LE PECORE BIGOTTE

28 Gennaio  2024

Sono il lupo. Si… proprio il cattivo delle favole che hai conosciuto da bambino… quello coinvolto da sempre in un mondo di pregiudizi.

Stavolta ti voglio raccontare la “mia” vera storia… la mia versione…. Capirai così cosa si nasconde dietro il mio ululato notturno.

Inizia tutto in un tranquillo ovile, dove le pecore vivono apparentemente felici sotto l'attenzione premurosa dell'allevatore. Quest'uomo, saggio e rispettoso nei confronti del suo gregge, impartisce insegnamenti di uguaglianza e solidarietà. Tuttavia, la realtà tra quelle staccionate è ben diversa.

Le pecore, in quell'ovile apparentemente idilliaco, si suddividono in gruppi distinti. Quelle davanti, vicino alle mangiatoie, godono di privilegi, mentre quelle nelle retrovie seguono un cammino più difficile, consumando anche porzioni ridotte di cibo.

Quella posizionate in prima fila mangiano per prime, sono al riparo dalle intemperie, sono le prime ad uscire per andare al pascolo e le prime a rientrare.

Dalla loro postazione privilegiata difficilmente si spostano anche per la cosa più ovvia: non sia mai che lascino il passaggio libero alle altre pecore che sono più distanti per raggiungere la mangiatoia per sfamarsi.

Pensa che ogni volta che una pecora dalle retrovie deve accedere alle mangiatoie, deve farsi largo tra le più grosse, quasi dovendole ringraziare per quel po' di spazio concesso.

In quell’ovile accade una cosa strana…. quasi impensabile: le pecore che mettono in pratica gli insegnamenti e le regole dell'allevatore sono infatti quelle più distanti dalle mangiatoie e non quelle che si trovano nel “posto privilegiato”.

Le pecore delle retrovie si riconoscono perché sono molto più magre, dato che mangiano porzioni ridotte. Nel loro tragitto dalle staccionate alle mangiatoie, devono farsi spazio tra tutte le altre pecore prima di arrivare al cibo, cercando anche di prendere qualcosa da portare via per far mangiare anche le pecore più vecchie che hanno incontrato lungo il percorso e ormai impossibilitate a raggiungere le mangiatoie.

Ma c’è di più. Quando piove, le pecore che sono davanti prendono tutto lo spazio sotto le tettoie, posizionandosi in modo da costringere le altre pecore, quelle più distanti, a stare sotto l’acqua.

A questo punto, le pecore magre, seguendo gli insegnamenti del loro pastore, si mettono quanto più vicino possibile tra loro e si fanno calore per affrontare le intemperie.

Tutto questo veniva notato dall’allevatore ogni giorno, ma benché i suoi insegnamenti fossero continui, non riusciva a trovare la soluzione giusta. Così un giorno chiamò me… il lupo.

Mi disse: “Ho bisogno del tuo aiuto! Durante la notte, vieni e fai un urlo… un tuo ululato. Vediamo la loro reazione!”.

Così feci. Quella notte, entrai nella fattoria senza fare alcun rumore. Arrivato nei pressi della mangiatoia feci un grande urlo: “Vi mangio tutte!”.

Le pecore si svegliarono di soprassalto, ebbero una gran paura, soprattutto quelle più cicciottelle che erano davanti. Indietreggiarono quanto più potevano. Ti chiederai: “Cosa fecero le altre pecore? Crearono uno sbarramento per non farle passare?”. Tutt’altro! Le accolsero dietro e restarono tutta la notte abbracciate, temendo il mio ritorno. Quella sera, sembrava che fosse tornata la pace in quell’ovile.

Ma il giorno dopo, passato il pericolo, tornò tutto uguale: con la fine della minaccia, riprese la consueta divisione. Il pastore mi chiese di ripetere l'urlo ancora per le altre notti, ma la situazione non cambiò, tutto tornava come prima la mattina successiva. Quelle pecore bigotte erano incorreggibili.

Vi dico la verità! Mi sono vergognato del mondo animale. Com’è possibile che delle pecore… tutte uguali… si comportino in maniera così differente? Che esempio diamo agli uomini?

Ho capito che la vera umanità si trova nelle seconde linee.


Giorgio La Marca